Il costo del denaro che oggi incide sui tuoi prestiti

Cos’è il costo del denaro, e qual è il suo impatto sulle famiglie italiane oggi? Scoprilo sul blog di ADifesa!

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Di costo del denaro si è parlato molto, ultimamente.
L’aumento improvviso degli interessi passivi, voluto dalla BCE, ha fatto tornare d’attualità il tema del costo dei prestiti, e quindi del denaro in generale.

Del resto, è una realtà che tocca molti risparmiatori italiani. Basti pensare che, nel nostro paese, le famiglie con un mutuo sono più di 3 milioni. A queste, si aggiungono poi le famiglie con prestiti personali, cessioni del quinto e così via.

Insomma: il costo del denaro riguarda tanti di noi. Conoscere meglio questa dinamica diventa quindi fondamentale, perché ti aiuta a gestire meglio i tuoi soldi e scongiura il rischio di sovraindebitamento.

Cosa vuol dire costo del denaro?

Il costo del denaro, per definizione, rappresenta il prezzo che si deve pagare per utilizzare il denaro altrui. Questo prezzo si traduce nei tassi di interesse – passivi o attivi, a seconda dello strumento finanziario – applicati da banche e istituzioni finanziarie.

Per esempio, un conto deposito prevede degli interessi attivi.
In quel caso infatti è la banca che deve pagare a TE il prezzo dei soldi che le dai. Perché sono tuoi, e la banca, utilizzando il tuo denaro come risorsa per le proprie operazioni, riconosce il tuo diritto a ricevere un rendimento.

Invece, quando ricevi un prestito sei tu che devi pagare.
Ricevere un prestito vuol dire utilizzare soldi che non sono tuoi. La banca te lo consente, ma in cambio ti chiede il pagamento di interessi passivi. È così che si tiene in piedi il sistema bancario.

Qual è il costo del denaro (oggi e non solo)?

Il costo del denaro non è una cifra astratta. In altre parole, non possiamo darti un prezzo preciso che sia valido adesso e anche domani. Per conoscerlo, bisogna guardare ai tassi di interesse, cioè quelli che le banche applicano su prestiti e conti depositi.

Il valore dei tassi di interesse NON è fisso.
Ma va fatta una distinzione.

👉 Si parla di tasso fisso se hai ottenuto un finanziamento (es. un mutuo) e nel contratto è indicata una percentuale di TAEG e TAN che rimarrà invariata per tutto il piano di ammortamento.

👉 Si parla invece di tasso variabile se i tassi di interesse del tuo finanziamento cambiano nel corso del piano di ammortamento.

Il costo del denaro, però, non riguarda solo il tuo finanziamento.
Per questo non è fisso: cambia anch’esso con il passare del tempo. Di volta in volta, infatti viene stabilito dalla Banca Centrale Europea (BCE) che ne decide il valore in base alle strategie di politica monetaria che vuole attuare.

Che collegamento esiste tra BCE e costo del denaro?

La Banca Centrale Europea (BCE) svolge un ruolo chiave nella definizione del costo del denaro. Tale valore, infatti, è influenzato dalla politica economica, da domanda e offerta di denaro, dalle condizioni generali del mercato, e così via. La BCE agisce direttamente su questi aspetti, decidendo sul valore dei tassi di interessi e, di conseguenza, influenzando le dinamiche dell’inflazione.

Come si determina il costo del denaro?

Ciò che determina il costo del denaro è una serie di componenti intrecciate, che incidono sul valore dei soldi in egual misura.

A livello globale, incidono:

  • la politica economica, ovvero le decisioni governative sulla spesa pubblica, tassazione e politiche fiscali
  • la domanda/offerta di denaro, per esempio un’elevata domanda di prestiti o una scarsità di liquidità
  • le condizioni del mercato, come eventi globali, fluttuazioni nei mercati e situazioni geopolitiche

Se guardiamo però più da vicino agli interessi da pagare (o da incassare), il costo del denaro è determinato da:

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  • i tassi di interesse, quelli stabiliti dalle Banche Centrali, quindi la percentuale da pagare per l’uso del denaro
  • le commissioni bancarie, che coprono i servizi offerti dalla banca (es. commissioni di apertura o gestione del conto, spese per transazioni, etc.)
  • le spese accessorie, dentro cui rientrano tutti gli altri oneri (es. spese legali, costi di assicurazione, tasse, etc.)

Comprendere le voci di costo del denaro aiuta a valutare l’impatto finanziario di prestiti, investimenti e transazioni bancarie, ma anche a individuare possibili costi nascosti.

Di questo, però, parleremo più avanti.

Quando scenderà il costo dei soldi?

È complicato definire quando i soldi saranno più economici. Non si può indovinare il futuro finanziario. Sono infatti molti i fattori in gioco: le decisioni dei governi, la situazione geo-politica, etc.

È come guardare il meteo: puoi sapere come andrà domani o fra tre giorni, non puoi avere certezza se pioverà fra una settimana.

L’unica cosa che puoi fare, quindi, è informarti. Fare attenzione ai segnali economici può aiutare. Per fare un esempio: sai il valore dei tassi di interesse è legato all’inflazione? Se i prezzi delle cose scendono, la Banca Centrale Europea potrebbe decidere di abbassare la percentuale di interessi.

L’andamento dell’inflazione è un segnale importante.

Perché aumentando il costo del denaro si abbassa l’inflazione?

Quando i tassi di interesse salgono, le persone tendono a spendere meno soldi. Per esempio, le famiglie con un mutuo a tasso variabile, pagando di più, avranno meno liquidità da spendere sul resto. Allo stesso tempo, sempre meno persone chiederanno prestiti personali per fare acquisti superflui. In poche parole, i cittadini tenderanno a risparmiare il più possibile. Questo rallentamento dei consumi riduce la domanda e mantiene sotto controllo l’aumento dei prezzi.

3.      Il debito non si chiude mai

Questo succede, per esempio, con le carte revolving. Ogni mese paghi la tua rata mensile ma, pur avendo speso solo una parte del plafond, il debito continua ad aumentare.

È una caratteristica tipica di quella che viene chiamata trappola revolving, un segnale d’allarme da non sottovalutare mai.

Come calcolare se il costo del denaro è “giusto”

Per capire se il costo del denaro è equo e corretto serve una valutazione attenta, soprattutto se consideri il problema dei costi nascosti.

Secondo l’esperienza di ADifesa, tre prestiti su quattro presentano costi nascosti (e per questo illegali), che gonfiano il costo del denaro. Una verifica del prestito, però, è l’unica strada possibile per tutelarsi.

La nostra associazione da anni lavora al fianco di debitori vittime di ingiustizie, costretti a pagare interessi passivi più alti del dovuto (quasi oltre il tasso soglia usura).

Grazie al servizio di verifica sui contratti, il team di ADifesa è in grado di scovare le irregolarità presenti sui documenti, e di guidarti verso un rimborso totale degli interessi illeciti. Negli ultimi anni, i nostri associati hanno ricevuti rimborsi a tre cifre che hanno cambiato (in positivo!) la loro vita. Leggi qui le loro storie.

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