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Carte revolving: come uscirne? I consigli di ADifesa

Carte revolving: come uscirne? I consigli di ADifesa

Ora che sei caduto nella trappola delle carte revolving, come uscirne? Niente paura. Con i consigli di ADifesa ti liberi dai debiti e torni a respirare.

«Tornassi adesso indietro, non lo rifarei mai più». È quello che ci dicono sempre i nostri associati, arrivati da noi perché disperati, incapaci di liberarsi dalla stretta di una carta revolving.

E in effetti è un problema più che diffuso, tanto che noi di ADifesa ne avevamo già parlato qualche tempo fa. In un articolo sui tassi usurai scrivevamo infatti che «sempre più italiani sono messi in ginocchio dalle carte revolving», e la situazione non sembra cambiare.

Perché purtroppo, per quanto vantaggiosa possa apparire ad una prima analisi, la carta revolving è un’arma a doppio taglio. La usi per pagare i tuoi acquisti, ma nei soldi che spendi ci sono anche tassi di interesse esorbitanti e spese extra di cui non eri al corrente. Così il debito aumenta sempre di più, e “coprirlo” con le rate mensili diventa un’impresa impossibile.

Vuoi sapere di più sulle carte revolving? Con un clic su queste parole in verde accedi ad una sezione interamente dedicata a questo tema.

Ma quindi, una volta compreso il meccanismo malsano che sta dietro alle carte revolving, come uscirne? Come fare a liberarsi di debiti apparentemente senza fine e tassi di interesse alle stelle? I nostri associati se lo chiedono spesso. E lo chiedono a noi anche, nella speranza di poter risolvere in poco tempo una situazione già parecchio critica.

E noi di ADifesa qualche consiglio ce l’abbiamo. Certo non è detto che portino a risultati veloci, ma di una cosa siamo sicuri: dalle carte revolving si può uscire. Con un po’ di fatica e un tanto di ingegno. E in questo articolo ti diremo come fare.

Uscire dal debito di una carta revolving: la strada più logica

Vuoi liberarti per sempre dal debito di una carta revolving? Pagalo! E no, non è una risposta assurda. Purtroppo l’unico modo per uscire in modo definito dalla trappola delle carte revolving è estinguere il debito. Pagarlo tutto, in un unico versamento. Solo così potrai dire addio a vincoli bancari e spese ingestibili.

Ovviamente non è per niente facile, ed è per questo che molti italiani si trovano adesso con l’acqua alla gola. L’estinzione del debito è infatti un’operazione a cui dovrai arrivare per gradi. In altre parole, prima di pensare a restituire per intero la cifra di cui sei debitore, devi imparare a gestire il tuo debito e a saperlo contenere. Ti serve quindi una strategia, da seguire passo per passo per arrivare al tuo traguardo.

Con gli accorgimenti giusti, che noi di ADifesa abbiamo preparato per te, scoprirai come gestire senza fatica le carte revolving e come uscirne in tempi brevi.

Carte revolving: come uscirne con questi 3 consigli

I consigli che trovi qui sotto non devono per forza essere seguiti in questo ordine, e non c’è nemmeno bisogno di metterli in pratica tutti. Sono però passaggi fondamentali che miglioreranno moltissimo la tua situazione.

1.      Non fare nuovi debiti

Se vuoi liberarti di una carta revolving, non puoi che partire da qui. Non fare nuovi debiti. Cosa che, purtroppo, riesce difficile da fare. E non tanto per la tentazione di spendere, ché a quella si può resistere benissimo, ma giusto perché in molti usano la carta revolving come una carta di pagamento.

Spesa al supermercato? C’è la carta revolving. Shopping in centro? La carta revolving. E se vuoi comprare qualcosa sul tuo e-commerce preferito? Sempre la carta revolving. E intanto il debito aumenta ogni giorno di più, ed è enorme rispetto ai soldi che hai effettivamente speso, perché nella maggior parte dei casi ci sono dentro tassi di interesse che sfiorano l’usura.

Quindi fai attenzione: non ti stiamo dicendo di non comprare più nulla. Ti consigliamo solo di non comprare con la tua carta revolving. Solo così puoi iniziare ad arginare il danno.

Inoltre, c’è un altro aspetto da non sottovalutare. Spesso molti dei nostri associati ci raccontano che per coprire il debito della loro carta revolving hanno chiesto alla banca un nuovo prestito. Insomma contraggono debiti per far fronte ad altri debiti.

Il rischio di affogarci dentro a questo punto è dietro l’angolo. Meglio invece fermarsi un attimo, fare il punto della situazione senza farsi prendere dall’ansia, e agire con logica freddezza.

2.      Aumenta l’importo della rata mensile

Una tecnica efficace per uscire in fretta dalla trappola delle carte revolving riguarda l’importo della rata mensile. Quando sottoscrivi un contratto, la banca ti propone un importo minimo che devi versare ogni mese per rimborsare – almeno parzialmente – il tuo debito.

È chiaro che, in quanto titolare della carta, sei libero di aumentare la rata mensile come e quando vuoi. Puoi aggiungere pochi euro al mese oppure arrivare ad una rata unica che estingua il debito per intero (ovvero quello che ti abbiamo spiegato qualche paragrafo più sopra).

Ora, se è vero che estinguere il debito in un’unica soluzione non è quasi mai una strada percorribile, bisogna pure dire che aumentare la rata anche solo di un po’ può fare la differenza. Tieni conto infatti che il tasso di interesse è calcolato anche sulla singola rata, e che a quote mensili cospicue corrispondo tassi di interesse più bassi.

Il consiglio che ti diamo è quindi di iniziare piano piano a versare somme di denaro sempre più alte, con l’aggiunta – laddove possibile – di versamenti extra oltre alla rata mensile obbligatoria. Se hai seguito il primo punto come ti abbiamo detto, congelando il tuo debito ed evitando spese ulteriori, uscire da una carta revolving sarà infine un obiettivo raggiungibile.

3.      Recupera gli interessi e ottieni un rimborso

Sai che nella maggioranza dei casi le carte revolving vengono concesse con contratti irregolari? Non solo per via degli interessi esorbitanti (che comunque giocano la loro parte), ma anche per tutta una serie di spese “nascoste” che rendono di fatto illegale la carta.

Di casi come questo, qui in ADifesa ne abbiamo visti a palate. Leggi la storia di questa cittadina lombarda, pubblicata sul nostro blog nel settembre 2019:

«La signora era titolare di una carta di credito revolving concessa da un noto istituto bancario senza un regolare contratto. La banca aveva chiesto una somma pari a oltre il doppio del credito inizialmente concesso…»

Continua a leggere sul nostro blog

All’epoca dei fatti, la nostra associata era riuscita ad ottenere un rimborso pari a 2mila euro grazie al nostro aiuto. Una cifra che includeva tutti gli interessi illegali che la banca aveva imposto. E non si tratta di un caso eccezionale: nella sezione Casi reali presente sul nostro sito puoi leggerne moltissimi altri, tutti con esito positivo.

Un rimborso di questa entità – 2mila euro sono parecchi rispetto al debito che aveva contratto la donna – rappresenta una boccata di ossigeno per chi si trova impelagato in una situazione difficile come questa.

Per questo, se stai avendo a che fare con una carta revolving e non sai come uscirne, il consiglio è quello di rivolgerti ad un professionista che possa aiutarti ad ottenere giustizia.

Contatta la nostra associazione per saperne di più

Da molti anni ormai l’associazione ADifesa lavora a favore dei cittadini e sta vicino a chi ha subìto un torto da parte di banche e agenzie di credito.

Quando gestisci i debiti delle carte revolving, come uscirne è uno di quegli interrogativi che ti riempiono la testa ad ogni ora del giorno. Ma se hai bisogno di aiuto, ricorda che ADifesa può dare una mano anche a te.

Contatta la nostra associazione tramite il form che trovi sul sito, spiegaci il tuo problema e ottieni anche tu il rimborso degli interessi illegali che la banca ti ha costretto a pagare.

    Comments

    1. Angela colombo

      Anche io ho una carta revolving e non sapevo niente , pagavo la rata del finanziamento e si caricava la carta di credito poi io usavo i soldi

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    2. Giorgio

      Come posso disdire una carta mai usata attivata per errore

      Rispondi
      • A_difesa

        Se non l’ha mai utilizzata, può chiedere l’annullamento alla finanziaria stessa.

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