
Pignoramento prima casa, un tema delicato per tantissimi italiani. Ma la situazione è meno drammatica di quello che sembra, e ADifesa è qui parlarne.

Ricevere un decreto ingiuntivo è un’esperienza che toglie il sonno. I nostri associati, che sono lettori come te entrati nella nostra rete per farsi tutelare, ce lo raccontano sempre. Passano prima dall’ansia di non riuscire a saldare il debito con la banca, poi cedono alla paura più grande: perdere la propria abitazione, spesso l’unico bene immobile di cui sono proprietari.
Ma la banca può davvero mettere all’asta la tua abitazione? E, soprattutto, esiste un modo per impedirlo? In questo articolo vogliamo parlarti proprio di questo.
Perché sì, ci sono casi in cui puoi opporti. Ma devi sapere come muoverti perché il tempo non gioca a tuo favore. Quindi ti spiegheremo tutto: scoprirai quando la prima casa è pignorabile e quando invece puoi stare tranquillo, come funziona la procedura e quali sono le strade per evitarla. E, se il decreto ingiuntivo ti è già stato notificato, ti diremo cosa fare subito per provare a bloccarlo.
Dunque leggi fino in fondo.
Hai più vie d’uscita di quelle che credi.
La prima casa è pignorabile? Sì, ma solo in certi casi
Possiamo solo immaginare lo sconforto di chi rischia un pignoramento. Soprattutto se si tratta di una prima casa. La tua abitazione è il luogo dove hai costruito la tua vita, dove vivono i tuoi affetti. Perderla significherebbe perdere tutto.
Ma prima di farti prendere dall’ansia, analizza bene la situazione. Come abbiamo accennato, il pignoramento della prima casa non è una procedura scontata. In altre parole, non tutti i decreti ingiuntivi portano a un’espropriazione di quel tipo.
Ci sono casi in cui il creditore ha il diritto di procedere e altre in cui, invece, esistono dei limiti precisi che lo impediscono. Conoscere la tua situazione è il primo passo per capire come difenderti.
Vediamo allora insieme quando la prima casa può essere pignorata e quando, invece, puoi stare tranquillo.
I casi in cui la tua prima casa è salva
La normativa stabilisce che ci sono situazioni in cui la prima casa non può essere pignorata. È una tutela posta dallo Stato e, se il tuo debito rispetta tali condizioni, non hai niente da temere: nessuno potrà portarti via la tua abitazione.
Questa tutela arriva dall’art. 76 del D.P.R. n. 602/1973, modificato nel 2013, che VIETA la pignorabilità della prima casa quando:
- hai un debito con lo Stato inferiore a 120mila euro
- hai un debito con lo Stato superiore a 120mila euro ma la tua prima casa:
- è l’unico immobile che possiedi
- è il posto dove hai preso residenza
- è accatastata come civile abitazione (non è una villa, non è un castello o un palazzo storico)
Ma cosa succede se il debito non lo hai con Stato, ma con la banca? Ecco, lì purtroppo le cose cambiano. Ma andiamo con ordine.
Quando è possibile che ti venga pignorata
Come avrai capito, se il debito che non hai saldato è un debito erariale superiore a 120mila euro, la tua casa è a rischio pignorabilità – specie se si tratta di un’abitazione di lusso (es. villa o castello).
C’è però anche un altro scenario in cui la tua prima casa è a rischio. E riguarda i debiti tra privati, ovvero i debiti con la banca. Per i debiti con la banca (es. mutui, linee di credito, etc.), la legge non prevede alcuna tutela. Semplicemente, quando il creditore a cui devi restituire dei soldi è un privato, lo Stato non può fare niente per proteggere la tua abituazione.
Questo perché, nel momento in cui smetti di pagare, il creditore ha diritto di agire con un decreto ingiuntivo per recuperare il suo denaro. E il bene che rischia di più è proprio la tua abitazione.
Quindi tutto è perduto? Non esattamente.
Perché anche per i decreti ingiuntivi della banca una soluzione c’è.
Ma di questo parleremo più sotto (o qui).
Come funziona il pignoramento della prima casa?
La perdita di una prima casa non avviene di certo in pochi giorni. Ammesso che tu abbia ricevuto oggi la notifica di un decreto ingiuntivo, di sicuro non ti ritroverai senza una casa già domani. Parliamo di un processo lungo, che prevede diversi step e che può essere sospeso se ci sono le giuste condizioni.
Del resto, va chiarita una cosa: il pignoramento è soltanto il primo atto esecutivo del processo di espropriazione di un bene per recupero crediti. Per arrivare alla perdita di un’abitazione, il creditore – supponiamo, nel tuo caso, la banca – deve ottenere dal giudice l’autorizzazione alla vendita.
Con pignoramento si intende infatti quella fase in cui un creditore, tramite il giudice, toglie dalla tua disponibilità un bene di cui sei proprietario. Per cui tu non potrai più venderlo o affittarlo, né compiere qualsiasi altro atto che ne modifichi la proprietà. In pratica, la casa è ancora tua, ma è come se fosse “congelata” in attesa di essere venduta all’asta per saldare il debito.
Inizia sempre con un decreto ingiuntivo
Tutto inizia sempre con un decreto ingiuntivo. O, meglio, se vogliamo fare un salto indietro, con un debito non pagato. La banca non fa sconti a un cliente che non paga, deve tutelarsi in ogni modo possibile. E il decreto ingiuntivo è l’unica strada.
Perciò, una volta superata la fase degli avvisi di pagamento, a cui (forse?) non hai risposto, la banca ha diritto a rivolgersi a un giudice per pignorare casa tua e avere così giustizia. Di conseguenza, tu:
- riceverai la notifica del decreto ingiuntivo
- avrai 40 giorni di tempo per rispondere
E la risposta dipende da diversi fattori. Potresti infatti decidere di pagare il debito, specie se si tratta di un debito di piccola entità. Oppure potresti decidere di opporti. In questi 40 giorni di attesa, infatti, hai tutto il tempo per rivolgerti a uno o più professionisti, e valutare se ci sono gli estremi per un ricorso.
L’opposizione al decreto ingiuntivo ha salvato finora tantissimi debitori in difficoltà. E noi di ADifesa lo sappiamo bene: moltissimi associati hanno affidato a noi le pratiche di ricorso contro il decreto ingiuntivo. [Puoi leggere le loro storie qui]. Ma di questo parleremo meglio dopo.
Quanto tempo passa prima che succeda?
Riguardo le tempistiche del pignoramento bisogna tener conto di alcuni fattori. In linea di massima, per un pignoramento richiesto dalla banca passano circa cinque mesi. Formalmente, però, i tempi da rispettare diversi e ben precisi. Ovvero:
- dopo la notifica, hai 40 giorni per rispondere
- prima della riforma Cartabia, superati questi la banca aveva a disposizione 45 giorni per richiedere l’applicazione della formula esecutiva; oggi la formula esecutiva è immediata.
- dopo la formula esecutiva, la banca deve notificare un atto di precetto, che ti dà 10 giorni per coprire il debito
- se non saldi il debito, la banca ha 90 giorni per avviare il pignoramento
Dunque nel corso dei cinque mesi, hai soltanto 40 giorni (dalla notifica) per opporti, ma diverse finestre temporali per saldare il debito (o magari trovare un accordo).
Come evitare il pignoramento della prima casa
Allora, come evitare il pignoramento della tua casa se davvero sei a rischio? Davanti a te hai diverse alternative. Alcune più drastiche di altre, ma tutte valide a seconda delle circostanze. L’importante è agire subito, prima che la situazione diventi irreversibile.
Molti debitori sottovalutano il tempo a disposizione, presi dallo sconforto o dall’idea che, una volta ricevuto un decreto ingiuntivo, tutto sia già deciso. Non è così. Come abbiamo già spiegato, la legge prevede strumenti di tutela che, se usati nel modo giusto e con il giusto tempismo, possono fare la differenza.
Ma cosa puoi fare nel concreto? Hai tre possibilità:
- Trovare un accordo con il creditore
- Vendere la casa prima del pignoramento
- Fare ricorso al decreto ingiuntivo
Nel primo caso (l’accordo) puoi proporre alla banca un saldo e stralcio del finanziamento per ridurre l’importo totale del debito. Le banche spesso accettano questa soluzione perché preferiscono recuperare almeno una parte di un credito che considerano già a rischio. Secondo la nostra esperienza, è possibile ridurre il debito fino al 40%.
Nel secondo caso (la vendita) potresti risolvere i tuoi debiti una volta per tutte, tuttavia è la soluzione più drastica nonché quella più difficile da applicare. Il problema principale è il tempo: trovare un acquirente in soli 40 giorno non è di certo facile. Senza contare che potresti non recuperare dalla vendita tutti i soldi che ti servono per il debito. Spesso poi chi rischia un pignoramento tenta la strada della vendita fittizia: inscena la vendita della casa a un familiare per impedire al creditore di rivalersi su di essa. Ma attenzione, però. Questa pratica è infatti illegale e può portare a conseguenze molto gravi, compresa l’accusa di frode.
Il terzo è ultimo caso è quello dell’opposizione al decreto ingiuntivo, che sospende immediatamente l’efficacia del decreto. Qui sotto vediamo meglio di cosa si tratta.

La strada migliore è l’opposizione al decreto ingiuntivo
L’opposizione al decreto ingiuntivo è la strada migliore perché, di fatto, cancella definitivamente l’obbligo che hai nei confronti della banca. Certo, detto così sembra un sogno più che una realtà. Tuttavia, per nostra esperienza, sappiamo che i casi in cui è possibile opporsi sono molto molto comuni.
Ma come funziona? La giurisprudenza ritiene che, in alcune situazioni, il decreto ingiuntivo meriti di essere annullato. Parliamo di situazioni particolari (ma diffuse) in cui si riscontrano vizi nel contratto o nella procedura. Come succede, per esempio:
- se il tasso di interesse applicato è usurario
- quando ci sono clausole vessatorie nel mutuo
- se la notifica degli atti non è stata fatta correttamente
In casi come questi, anche se il debito è comprovato, il giudice potrebbe riconoscere che ci sono irregolarità tali da annullare o ridurre l’importo richiesto.
Molti debitori sono riusciti a sospendere il decreto ingiuntivo e rinegoziare il debito proprio grazie a questa strategia. E in questo ADifesa può darti una mano.
Non rischiare il pignoramento. Fatti aiutare da Associazione ADifesa
Con ADifesa puoi contare sul supporto legale di un team di esperti che ti guiderà in ogni fase del ricorso contro il decreto ingiuntivo. Un’assistenza trasparente e onesta, a un costo di gran lunga inferiore rispetto a quello di uno studio legale.
Il nostro servizio di opposizione al decreto ingiuntivo è pensato proprio per sospendere in tempo utile un pignoramento immobiliare. Secondo la nostra esperienza circa il 70% delle procedure di pignoramento è irregolare, il che ti dà diritto di procedere contro l’atto esecutivo per salvare la tua casa.
Ti basterà inviare ai nostri consulenti tutta la documentazione (contratto di mutuo, raccomandate inerenti, comunicazioni dalla banca), e aspettare che ADifesa faccia il resto.
Non solo! Lo studio di fattibilità è gratuito, il che ti permette di sapere fin da subito se ci sono le condizioni per bloccare il pignoramento.
Con un’irregolarità nel tuo finanziamento, possiamo procedere subito. Cosa aspetti? Lasciaci un messaggio!
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