Israele, fondi di investimento e ETF: la scelta è etica

Cover ADifesa - Israele, fondi di investimento e ETF. La scelta è etica. Perché il rendimento conta, ma l'etica di più.

Israele, fondi di investimento e ETF. Perché la scelta è etica

Scopri quali fondi di investimento ed ETF in Italia sono esposti su Israele. Perché quando investi, il rendimento conta. Me l’etica di più.

Cover ADifesa - Israele, fondi di investimento e ETF. La scelta è etica. Perché il rendimento conta, ma l'etica di più.

In questi giorni, a migliaia sono scesi in piazza. Le proteste per Gaza hanno travolto l’Italia e il resto del mondo. Ma sapevi che anche i tuoi soldi possono avere un ruolo in questa storia? È una questione di scelte di investimento.

Infatti, quando affidiamo i nostri risparmi a un fondo di investimento o a un ETF, di fatto finanziamo aziende e banche in cambio di una remunerazione. E può capitare che le nostre risorse finiscano in Israele, un paese che è oggi al centro di accuse per gravi violazioni dei diritti umani.

Investire denaro deve essere SEMPRE una scelta consapevole. Non solo rispetto ai rischi finanziari, ma anche per le implicazioni etiche di ogni singolo investimento.

Sono già numerosi i grandi investitori che hanno escluso Israele dai loro portafogli. A raccontarlo è stata la redazione di Plus24 – inserto settimanale di Il Sole 24 Ore – attraverso un approfondimento del giornalista Vitaliano D’Angerio.

Plus24 ha quindi mappato i principali fondi ed ETF distribuiti in Italia che hanno in portafoglio banche e società israeliane. Per te, che magari affidi i risparmi alla banca senza guardare troppo nel dettaglio, questa mappatura è un’occasione per scoprire come vengono davvero usati i tuoi soldi.

Quali sono i fondi e gli ETF più esposti su Israele?

A fare da apripista è stato il fondo sovrano norvegese, che a settembre ha deciso di escludere dal proprio portafoglio cinque banche israeliane, in quanto coinvolte nel finanziamento degli insediamenti in Cisgiordania, e la società americana Caterpillar, responsabile della vendita di bulldozer utilizzati per abbattere le abitazioni dei Palestinesi a Gaza.

La mappatura realizzata dalla redazione di Plus24  è basata sugli stessi criteri selezione adottati in Norvegia. Emerge così un quadro preciso dei principali fondi ed ETF, distribuiti in Italia e esposti su Israele.

Tra gli ETF e i fondi, quelli con la quota più alta di titoli israeliani sono:

  • Invesco Solar Energy (15,21% di asset israeliani)
  • Global X Cybersecurity (13,48%)
  • L&G Cybersecurity (12,84%)

Ci sono poi fondi che possiedono in particolare titoli di banche israeliane. Tra questi, i più esposti su Isreale sono:

  • State Street Global (esposto all’1,6%)
  • Dpam B Equ.World ex Jap, Europe & Usa (1,3%)
  • Pimco Gis Strategic Income (1,3%)

Si tratta per lo più di fondi azionari che hanno investito in Bank Leumi, Bank Hapoalim e Mizrahi Te fahot Bank, ovvero tutte banche israeliane.

Lista dei fondi e degli ETF esposti su Israele

Nella tabella una lista dei principali prodotti finanziari che investono in titoli Israeliani. L’esposizione nel portafoglio è calcolata in base all’ultimo aggiornamento di portafoglio per ciascuno – avvenuto tra il 31 luglio e il 19 settembre.

ISIN FONDO/ETF ESPOSIZIONE
IE00BM8QRZ79 Invesco Solar Energy Etf 15,2%
IE00BMH5Y871 Global X Cybersecurity Etf $ 13,5%
IE00BYPLS672 L&G Cyber Security Etf 12,8%
IE00BJXRZJ40 Rize Cybersec & DataPrivacy Etf 8,8%
IE00BLPK3577 WisdomTree Cybersecurity Etf $ 8,6%
IE00BF16M727 First Trust Nasdaq Cybersec.Etf 7,7%
LU1546464857 Ubs Security Equity Fund $ 6,5%
IE00BFMHRT13 NeubergerBerman Glb Eq. Megatr. 5,7%
IE00BC7GWF39 Vulcan Value Equity $ 5,0%
IE00BLCHJH52 GlobalX Ren.Energy Prod. Etf $ 4,8%
FR0013450319 Oddo hf Global Target 2026 € 4,7%
AT0000A09HC7 Erste Bond Corporate BB € 4,4%
IE000YYE6WK5 VanEck Defense Etf 4,2%
LU0566480116 abrdn Emerg. Mkt Corp. Bond 4,0%

Perché la finanza non è mai neutrale

L’obiettivo di chi investe è – in linea generale – ottenere un rendimento. Eppure il settore finanziario non è mai neutrale. Perché fondi di investimento e ETF utilizzano il denaro raccolto per finanziarie precise realtà imprenditoriali o bancarie.

Tradotto, questo vuol dire che possiamo trovarci a sostenere realtà che non condividiamo. Anche senza volerlo.

L’attenzione sulle implicazioni etiche di ogni investimento è in realtà un tema attuale già da diversi anni, e non riguarda soltanto Israele. Un esempio lampante è quello degli investimenti ESG, cioè investimenti in realtà sostenibili (e quindi etiche) che offrono – o per lo meno dovrebbero offrire – un contributo positivo al nostro Pianeta.

Oggi, dopo le vicende che hanno coinvolto lo Stato di Israele, la presenza o meno di titoli israeliani può incidere sulla valutazione di eticità di un prodotto di investimento.

Il fondo sovrano norvegese, che investe circa 2 miliardi di dollari, è stato il primo a prendere una decisione netta nei confronti di titoli e banche israeliane. Ma non è l’unico. Anche il fondo pensione danese AkademikerPension, che gestisce 25 miliardi di dollari e paga le pensioni degli insegnanti, ha deciso di disinvestire dai titoli di Stato israeliani e dalle società controllate dal governo di Tel Aviv.

È una scelta di responsabilità, ma anche una risposta alla violazione dei diritti umani in atto nei territori palestinesi.

Gli investimenti ESG non sono sempre etici

La finanza sostenibile, quindi gli investimenti ESG, non sono – del resto – sempre limpidi. Come ricorda Vitaliano D’Angerio in un articolo di Il Sole 24 Ore, in Europa i fondi ESG – cioè quelli che dichiarano di seguire criteri ambientali, sociali e di governance –possono comunque includere investimenti in “armi non controverse” nei loro portafogli.

Quindi a essere escluse sono, di fatto, le mine antiuomo, le bombe a grappolo, così come le armi nucleari, chimiche e biologiche. Tutte le altre vengono ricondotte all’industria della difesa su cui invece è possibile investire. In sintesi, anche gli investimenti ESG possono investire in armi.

Ma il dibattito resta aperto. Per esempio, secondo il Forum per la Finanza Sostenibile – che in Italia riunisce banche, assicurazioni e fondi pensione – gli investimenti in armi non dovrebbero essere considerati sostenibili, proprio perché non generano impatti sociali o ambientali positivi. Negli Stati Uniti, invece, il tema è ancora più controverso: per gli statunitensi, infatti, la possibilità di proteggersi – anche come Paese – deve essere inclusa nel più ampio concetto di sostenibilità finanziaria.

Il lato etico (e umano) dei nostri risparmi

A questo punto, quindi, c’è soltanto una domanda da porsi. Dove vogliamo che vadano i nostri soldi? Più dei rendimenti possibili, a guidarci dovrebbe essere anche l’etica.

Con i nostri risparmi sosteniamo aziende, banche, persino Paesi. Per questo è importante non lasciare che siano soltanto le banche a decidere, e informarsi attivamente.

Anche un investimento di poche migliaia di euro può giocare un ruolo determinante. Lo ripetiamo: ogni investimento è una scelta che pesa, sia sul piano economico che su quello umano.

In un momento in cui le violazioni dei diritti umani sono sotto gli occhi di tutti, decidere a chi far arrivare i nostri risparmi è già un atto di responsabilità. Piccolo sì, ma concreto.

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