Usura conto corrente, come capire se la banca ti frega

Quando scatta l'usura nel conto corrente - Copertina ADifesa

Usura conto corrente bancario, come capire se la banca ti frega

L’usura sul conto corrente è illegale, ma non tutti si accorgono di essere vittima. Quali sono i segnali? Scoprilo qui.

Quando scatta l'usura nel conto corrente - Copertina ADifesa

Fino a pochi anni fa, Banca d’Italia contava nel nostro Paese circa 75 milioni di conti correnti. In altre parole parliamo di due conti correnti per famiglia, dunque di uno strumento tra i più utilizzati in ambito bancario.

Eppure, non tutti i conti correnti sono uguali.

Mentre il privato cittadino cerca infatti soltanto un conto dove depositare i soldi (e proteggerli dall’inflazione, in caso di remunerazione), chi fa impresa tende a preferire un’altra modalità: il conto corrente affidato.

Il conto corrente affidato, o conto corrente con fido, è una sottocategoria di conto bancario con una caratteristica particolare. Si tratta infatti di un conto a cui è legato un fido bancario, cioè un prestito rotativo che si rinnova periodicamente e che supporta le aziende nella gestione delle loro spese operative.

Se sei qui perché sospetti l’usura bancaria, sicuramente conosci già le dinamiche dietro il conto corrente affidato: la banca ti concede un prestito (spesso definito fido di cassa o linea di credito) che viene erogato direttamente sul tuo conto; tu in seguito dovrai restituirlo per intero e con gli interessi.

Spesso però la somma degli interessi passivi supera il limite consentito dalla legge, ed è lì che la situazione per gli imprenditori si complica. Ma come si arriva all’usura bancaria su conto corrente? È più facile (e comune) di quello che pensi. Leggi qui sotto!

Quando si parla di usura su conto corrente bancario?

Nello specifico, si parla di usura sul conto corrente nel momento in cui il costo totale di un finanziamento (= interessi + spese) supera il tasso soglia usura, ovvero il limite imposto dalla legge di cui parleremo meglio qui sotto.

Una condizione – quella dell’usura bancaria – che è tristemente molto diffusa. Perché, nonostante le leggi in materia, è facile per una banca “giocare” con il calcolo degli interessi passivi e recuperare dal singolo cliente cifre molto più alte rispetto a quelle preventivate prima di firmare il contratto.

Una banca infatti può far scattare l’usura in due modi:

  • escludendo certe spese dal calcolo del TAEG, in modo tale che gli interessi siano ufficialmente legali ma usurari nella pratica;
  • applicando il tasso di interesse a una parte di capitale su cui gli interessi non dovrebbero essere calcolati

Più sotto parleremo anche di questo. Intanto, qui, chiariamo questo: che l’usura bancaria – quando c’è – la si può provare, perché è sempre frutto di un calcolo truffaldino. E che se ritieni di aver pagato finora più del dovuto, il tuo dubbio è lecito: l’usura sul conto corrente affidato è una pratica particolarmente diffusa.

Il tasso soglia usura come limite invalicabile

Il tasso soglia usura è un tasso percentuale che si calcola periodicamente, sulla base del tasso effettivo globale medio (TEGM) comunicato ogni tre mesi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. E rappresenta un confine invalicabile: oltre quella percentuale, il tasso di interesse è usurario e pertanto illegale.

Ma come si calcola il tasso soglia usura?

Il punto di partenza, come abbiamo detto è il tasso effettivo globale medio calcolato da Banca d’Italia. Il TEGM rappresenta il tasso medio applicato dagli istituti di credito e viene calcolato per ogni tipologia di prestito.

Dopodiché:

  1. Al TEGM si aggiunge un quarto del suo valore (+25%). Per esempio, se il TEGM è del 5%, si aggiungerà l’1.25% (=6.25%).
  2. A questo risultato (6.25%) si aggiunto 4 punti percentuali (=10.25%)

Ad oggi, per esempio, il tasso effettivo globale di un’apertura di credito in conto corrente è pari a 11.25% fino a 5mila euro, mentre è di 10.32% oltre i 5mila euro. Di conseguenza il tasso soglia è rispettivamente di 18.06% nel primo caso, e di 16.90% nel secondo.

I principali segnali di allarme dell'usura nel conto corrente Interessi Troppo Alti Tassi di interesse superiori alla media di mercato Difficoltà di gestione Impossibilità si gestire le rate mensili Debito infinito Il debito non diminuisce nonostante i pagamenti pagamenti eccessivi Somme versate superiori al debito iniziale

Differenza tra usura originaria e sopravvenuta

La differenza tra usura originaria (o usura ab origine) e usura sopravvenuta spiega meglio i meccanismi che attivano una condizione di usura su un conto corrente.

Si parla di usura originaria quando il tasso di interesse è usurario già al momento della stipula del contratto. Ovviamente questo non vuol dire che la banca mette nero su bianco un tasso usurario. Non funziona così.

Piuttosto la banca esclude dal valore del TAEG una serie di spese (che noi di ADifesa definiamo costi nascosti). In questo modo il TAEG è legale sulla carta; ma – facendo bene i conti – risulta assolutamente fuorilegge.

Secondo l’art. 1815 del Codice Civile, se il contratto di finanziamento risultato usurario il debitore non deve più restituire alcun interesse. In altre parole sarai tenuto a pagare soltanto il capitale di finanziamento, senza interessi applicati.

Si parla invece di usura sopravvenuta quando un contratto di finanziamento diventa usurario perché il tasso soglia usura si è abbassato dopo la stipula. Quindi, anche se il tasso di interesse era legittimo al momento della stipula, nel caso in cui il tasso soglia scende (es. per ragioni di mercato che influiscono sul TEGM), i tassi applicati possono diventare usurari.

Attenzione all’anatocismo sul conto corrente

Esiste un altro caso di usura sul conto corrente che può definirsi sopravvenuta, e non da contratto. Parliamo dell’anatocismo bancario, una pratica illegale anch’essa molto diffusa nel nostro Paese.

Con l’anatocismo, di fatto, la banca applica interessi su una porzione di capitale che non è soggetto al calcolo. Proviamo a spiegarlo con un esempio:

  • Hai attivato una linea di credito di 10mila euro sul tuo conto corrente
  • L’interesse applicato alla linea di credito corrisponde al 10% annuo
  • I primi tre mesi il tuo debito nei confronti della banca è pari a 10.125 € (10mila + interessi)
  • Nel trimestre successivo, però, la banca applica interessi sugli interessi, ovvero quei 125 € extra che devi restituire
  • Nei primi sei mesi, il tuo debito nei confronti della banca sarà pari a 10.126,18 €.
  • E così via, fino a raggiungere cifre insostenibile.

Il calcolo degli interessi anatocistici è un lavoro per occhi esperti, e solo un professionista può dirti se hai diritto a un rimborso degli interessi pagati in eccesso. Ma scoprirlo può cambiare la tua situazione finanziaria, perciò la verifica del conto corrente è una strada che devi considerare.

Cosa dice la giurisprudenza sull’usura bancaria nel conto corrente

La giurisprudenza italiana è stata chiara riguardo il reato di usura bancaria su conto corrente. I giudici, con le loro sentenze, hanno perciò ribadito il divieto assoluto di applicare tassi di interesse superiori alla soglia stabilita per legge. Secondo l’art. 644 del Codice Penale, e secondo la legge 108/1996, qualsiasi interesse che supera il tasso soglia configura un’ipotesi di usura bancaria, con conseguenze gravi per l’istituto bancario.

La Corte di Cassazione, inoltre, ha più volte chiarito che NON è necessario dimostrare lo stato di bisogno del cliente. L’usura è un reato di natura oggettiva, che si verifica semplicemente quando gli interessi applicati superano il limite legale.

Molta attenziona è stata posta anche alla pratica dei costi nascosti. In altre parole, le banche non possono giustificare il superamento del tasso soglia sommando interessi e altre spese sotto voci differenti: ogni costo del finanziamento va considerato nel calcolo.

Riguardo invece alla distinzione tra usura originaria e usura sopravvenuta, anche qui la giurisprudenza è stata chiara. Perché in entrambi i casi il correntista ha diritto alla restituzione degli interessi pagati in eccesso.

Qualche esempio di sentenze recenti

Nel corso della nostra storia, qui in ADifesa, abbiamo lavorato più volte al fianco di clienti di banca (debitori, correntisti, etc.) in difficoltà. Tutte le volte, l’usura bancaria sul conto corrente è stata evidente: era sufficiente una breve analisi preliminare per capire di avere davanti un contratto di finanziamento illegale.

Se vuoi saperne di più delle pratiche che abbiamo portato avanti, puoi leggere qui i nostri casi reali. Dentro queste pagine, troverai sentenze su contratti irregolari di:

Vedrai tu stesso quanto è diffusa la pratica dell’usura bancaria, e come si muovono i giudici in casi simili al tuo.

Come difenderti dall’usura nel conto corrente bancario

Se sospetti che il tuo conto corrente affidato sia soggetto a pratiche di usura o anatocismo, è bene agire subito per proteggere i tuoi interessi finanziari – e i tuoi soldi!

Il primo passo è la verifica del tuo conto corrente: hai bisogno di un controllo accurato, da parte di un professionista, che possa dirti chiaramente qual è la tua situazione in base alle informazioni presenti sul contratto e sulla documentazione bancaria.

Un’analisi accurata può evidenziare anomalie come:

  • addebiti ingiustificati
  • tassi di interesse usurari
  • capitalizzazione illecita di interessi

Una volta identificate queste irregolarità, avrai in mano tutto quello che ti serve per ottenere giustizia. Un ricorso giudiziale ti permetterà di recuperare i soldi che hai pagato ingiustamente, ma anche di ottenere – finalmente! – condizioni contrattuali eque.

Richiedi una verifica del conto corrente agli esperti di ADifesa

Ovviamente il supporto di professionisti esperti è cruciale. Il team di ADifesa offre un servizio specializzato di analisi dei conti correnti, studiato per individuare con assoluta precisione le irregolarità, e quantificare al centesimo il danno subito.

Con una perizia econometrica dettagliata, i nostri esperti possono rilevare in pochissimo tempo la presenza di anatocismo e usura bancaria e fornirti così le prove che servono per avviare il ricorso in Tribunale. Ma non solo, perché ADifesa ti accompagna durante tutto l’iter per ottenere il rimborso.

Leggi per esempio la storia di Alfredo, un nostro associato imprenditore edile che grazie a ADifesa ha ottenuto un rimborso di €83.460,74. Nel suo caso, la banca aveva addebitato illegalmente costi nascosti e interessi illeciti, ma la nostra associazione è riuscita a fargli avere giustizia.

Dunque non aspettare, e contatta subito i nostri consulenti.
Ti basta lasciare un messaggio qui sotto: la prima consulenza e lo studio di fattibilità sono gratuiti.

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