
Lo scoperto di conto corrente offre alle imprese un vantaggio strategico, ma può essere molto rischioso. Scopri di più sul nostro blog.

Per molti è semplicemente lo scoperto di conto corrente, ma tecnicamente parliamo di fido bancario o, meglio, di conto corrente affidato: una linea di credito che le banche mettono a disposizione per gestire spese operative o ricorrenti.
Per chi gestisce un’impresa, lo scoperto di conto corrente può essere una boccata d’ossigeno. Uno strumento finanziario del genere infatti ti permette sia di gestire meglio la liquidità aziendale sia di cogliere al volo le occasioni di crescita, senza il rischio di farti bloccare dalla mancanza di fondi.
Insomma, i vantaggi strategici sono innegabili.
Tuttavia un conto corrente con scoperto nasconde più rischi di quanto immagini. Perché se è vero che il fido bancario ti offre respiro nei momenti di bisogno, è altrettanto vero che dietro quella disponibilità ci sono costi e meccanismi poco trasparenti che – alla lunga – possono mettere in difficoltà le imprese.
In questo articolo di ADifesa ti spiegheremo come funziona davvero lo scoperto di conto corrente, quali sono i rischi nascosti e come difenderti da eventuali illeciti.
Proteggere la tua impresa, del resto, parte anche da qui: dalla consapevolezza sui meccanismi (oscuri?) delle banche e sui problemi che ne possono scaturire.
Dunque leggi con attenzione, e prendi appunti.
ADifesa è qui per aiutarti!
Come funziona lo scoperto di conto corrente
Come avrai intuito, lo scoperto di conto corrente è un prestito bancario. Nello specifico, parliamo di un finanziamento a breve termine che la banca mette a disposizione per coprire le spese quando il saldo del conto va in negativo.
Spiegato in parole semplice, si tratta di questo: la banca ti presta dei soldi così che tu possa spendere più di quanto possiedi sul conto.
Ovviamente questa possibilità non è gratuita. Su ogni euro che sfori, cioè – insomma – che spendi in più, la banca applica un tasso di interesse che è spesso molto più alto rispetto a un classico prestito personale. Senza dimenticare i costi di commissione che possono far lievitare le spese (talvolta al punto da sfiorare l’usura bancaria, ma questo lo vedremo tra poco).
Una delle voci più insidiose è la commissione di massimo scoperto, oggi vietata nella sua forma classica, ma spesso sostituita da altre voci con nomi diversi. La commissione di massimo scoperto funzionava così: la banca calcolava una commissione percentuale non su quanto realmente utilizzavi, ma sul massimo scoperto registrato in un certo periodo (di solito il trimestre). Così, anche se il saldo negativo durava solo qualche giorno, la commissione si applicava su tutto il massimo sforato. Un meccanismo che – lo capisci bene – rischiava di diventare una vera trappola.
Anche oggi, seppure con altri nomi, il rischio di vedersi applicare costi simili è concreto. Ed è proprio su queste voci poco chiare che si annidano spesso abusi e illeciti.
Fido e scoperto di conto corrente sono la stessa cosa?
La risposta è: quasi, ma non proprio. Abbiamo aperto questo articolo dicendo che scoperto di conto corrente è un’espressione comune per indicare il fido bancario. Tuttavia le differenze ci sono, ed è bene tenerle in considerazione.
Vediamole insieme qui sotto.
✅ Il fido bancario è un accordo di finanziamento tra te e la banca. Prevede un tetto massimo di credito che puoi usare quando vuoi, pagando solo sugli importi effettivamente utilizzati. È una linea di credito autorizzata e contrattualizzata.
✅ Lo scoperto di conto corrente, invece, può essere sia autorizzato – cioè coperto dal fido – sia non autorizzato. Se hai un conto in rosso oltre il limite del fido, o senza aver mai chiesto un fido, entri nella zona di “sconfinamento bancario”. Qui gli interessi sono ancora più alti, e le penali molto pesanti.
Facciamo un esempio pratico. Hai 10mila euro sul conto, ma la banca ti ha concesso una linea di credito da 5mila euro. A quel punto se spendi 12mila euro, ovvero più di quanto possiedi, sta facendo una scopertura di conto ma coperta dalla linea di credito.
Supponiamo invece che tu abbia 10mila euro sul conto e una linea di credito da 5mila euro. A un certo punto spendi 17mila euro, cioè ben oltre le disponibilità tue e della linea di credito. Questi 2mila euro in più sono uno scoperto non autorizzato e possono costarti caro.
Quali sono i rischi dello scoperto di conto corrente?
Ma veniamo adesso alla parte più importante, quella che spesso chi chiede un fido sottovaluta. Ovvero, i rischi.
Perché sì, la linea di credito è un vantaggio. Però dietro lo scoperto di conto si nascondono meccanismi poco trasparenti, costi extra e vere e proprie trappole che – se non fai attenzione – possono trasformare un’opportunità in un problema serio per la tua impresa.
Vediamo allora insieme quali sono i principali rischi da conoscere (e da evitare).
I costi troppo alti del fido
Partiamo dalla base, ovvero il costo del fido. Quando la banca ti concede una linea di credito, applica un tasso di interesse sugli importi utilizzati. Solo che questi tassi sono spesso molto più alti rispetto a quelli di un normale prestito personale o aziendale.
🔗 Guarda qui lo storico di Banca d’Italia sui costi delle aperture di credito
Non è raro vedere interessi vicini ai limiti dell’usura, soprattutto quando il fido viene usato per lunghi periodi. Senza contare tutti gli altri costi, come le spese di gestione, commissioni e costi che la banca può applicare anche se il fido non lo usi mai.
Prima parlavamo della commissione di massimo scoperto. Pur essendo stata dichiarata illegittima, oggi la ritroviamo sotto altri nomi. La commissione disponibilità fondi, per esempio, viene applicata a prescindere dal fatto che utilizzi o meno il tuo fido. Serve a tutelare la banca dal rischio di credito e viene calcolata in percentuale sull’importo del fido.
Il risultato? Ti ritrovi a pagare centinaia o migliaia di euro l’anno solo per avere una linea di credito sempre accesa. E gli interessi finiscono per superare il tasso soglia usura.
Il rischio di sconfinamento
Di questo abbiamo già parlato, ma è bene ripetersi. Un rischio concreto legato allo scoperto di conto corrente è quello di sconfinare oltre il fido concesso. E succede più spesso di quanto pensi, soprattutto quando la tua azienda si trova a gestire incassi e pagamenti in tempi diversi.
Lo sconfinamento bancario non autorizzato si verifica infatti quando spendi più del tetto massimo che la banca ti ha concesso. In sintesi, il tuo conto va in rosso senza essere coperto da alcun credito bancario. Così entri in una zona molto pericolosa per la tua liquidità, perché in questo caso la banca applica tassi ancora più alti, oltre a penali e spese di gestione extra.
E non solo: più resta aperto quello sconfinamento bancario, più i costi si accumulano. A volte, a fine anno, il totale di interessi e penali supera di gran lunga la somma che avevi realmente utilizzato.
Insomma, lo sconfinamento può costarti carissimo. E nel peggiore dei casi, ti ritrovi pure segnalato nelle centrali rischi come cattivo pagatore.

Il reato di anatocismo bancario
C’è poi un rischio ancora più subdolo, se non altro perché è difficile da individuare da soli. Parliamo dell’anatocismo bancario, un termine tecnico forse poco conosciuto ma che può avere un impatto enorme sul costo reale del tuo fido.
In parole semplici, l’anatocismo è la pratica – illegale – con cui la banca calcola interessi sugli interessi già maturati. In altre parole, con l’anatocismo la banca opera una capitalizzazione degli interessi passivi che, ovviamente, è illegale.
Perciò, succede questo: ogni trimestre gli interessi passivi che il tuo debito matura vengono capitalizzati, cioè sommati al capitale di debito. In seguito, nel trimestre successivo, gli interessi passivi calcolati saranno più alti del previsto – perché più alto è l’importo di partenza.
Un meccanismo – questo degli interessi anatocistici – che genera una spirale pericolosa: il debito cresce, anche se tu non stai più utilizzando il fido. E il rischio è che, senza accorgertene, paghi interessi su interessi per anni.
La buona notizia è che l’anatocismo è vietato dalla legge. Eppure molte banche continuano a praticarlo, grazie a clausole nascoste o formule difficili da interpretare nei contratti.
Come evitare problemi con lo scoperto di conto corrente
Se sei arrivato fin qui, ormai ti è chiaro: la scopertura di conto (insomma, il conto corrente affidato!) è uno strumento utile, ma i rischi sono reali e spesso sottovalutati.
Per questo motivo, prima che la situazione ti sfugga di mano, ci sono alcune buone pratiche che puoi seguire per evitare brutte sorprese. Eccole, in sintesi:
- monitora sempre il saldo
- controlla i costi applicati
- leggi bene il contratto
- rinegozia il fido se serve
- verifica eventuali abusi
Semplice a dirsi, vero? Ma metterlo in pratica è tutta un’altra storia.
Molti imprenditori, infatti, si accorgono troppo tardi di essere finiti in una spirale di debiti, alimentata da interessi altissimi e clausole nascoste. O peggio, scoprono solo dopo anni di aver subito illeciti come l’anatocismo bancario, senza saperlo.
Ecco perché il consiglio più importante è soltanto uno, ed è questo: non aspettare che il problema esploda.
Se hai già un fido attivo o stai pensando di chiederne uno, verifica subito le condizioni applicate dalla tua banca. Capire cosa ti stanno facendo pagare, e perché, è il primo passo per proteggere la tua impresa.
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Noi di ADifesa possiamo darti una mano concreta. Da anni, infatti, siamo al fianco di piccoli imprenditori e aziende e li aiutiamo a fare chiarezza sui loro rapporti con le banche.
Con il nostro servizio di verifica del conto corrente affidato, verifichiamo per te:
- se la banca ti sta applicando tassi o costi fuori legge
- se nel contratto ci sono clausole nascoste o abusi
- se stai subendo il reato di anatocismo bancario
E quando troviamo qualcosa di irregolare? Ti spieghiamo come muoverti per ottenere il rimborso che ti spetta e mettere al sicuro la tua attività.
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