Come difenderti dagli interessi anatocistici illegali che ti chiede la banca

Gli interessi anatocistici illegali possono rompere gli equilibri finanziari della tua azienda. Scopri come difenderti con ADifesa.

Visual Blog – Interessi anatocistici illegali, come difenderti?

L’anatocismo su conto corrente sa come mettere in ginocchio le imprese italiane.

Un semplice finanziamento tramite linea di credito, infatti, può trasformarsi in poco tempo in una spesa troppo grande da gestire – e ben lontana da quanto indicato sui prospetti finanziari preparati per l’occasione.

In un certo senso, gli interessi anatocistici agiscono al pari di una variabile impazzita. E ciò accade perché, a fronte di un tasso di interesse indicato esplicitamente nel contratto bancario, la base di calcolo degli interessi passivi cambia, finendo per includere non soltanto l’importo dato in prestito ma anche i suoi interessi ricapitalizzati.

 

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Per conoscere nel dettaglio come funziona l’anatocismo, ti suggeriamo la lettura di L’anatocismo bancario spiegato in breve sul blog di ADifesa

La questione degli interessi anatocistici è però complessa.
Basti pensare che, in alcuni casi particolari, la capitalizzazione degli interessi, e dunque l’applicazione di interessi anatocistici, è consentita alle banche come procedura legale.

Prima di spiegare in che modo ci si difende dall’anatocismo, cerchiamo allora di capire come distinguere tra interessi anatocistici dovuti e interessi anatocistici illegali.

Conoscere questa differenza è il primo passo per avere piena consapevolezza del costo vero di un finanziamento aziendale, e ti aiuterà a capire se è il caso di agire contro la banca per ottenere il recupero degli interessi.

Quando sono dovuti gli interessi anatocistici?

Come abbiamo già detto, esistono situazioni particolari in cui la richiesta di interessi anatocistici è consentito dalla legge.

A questo proposito si esprime, infatti, l’art. 1283 del Codice Civile che riguarda appunto l’anatocismo bancario. Il testo dell’articolo spiega che esiste una particolare categoria di interessi passivi che può essere legittimamente capitalizzata, e produrre a sua volta interessi passivi. Si riferisce agli interessi scaduti, vale a dire interessi maturati che non sono stati pagati entro la data di scadenza.

Attenzione però! Gli interessi scaduti possono essere ricapitalizzati soltanto se sussistono tre condizioni:

  • sono passati almeno sei mesi dalla data di scadenza
  • è stata già avviata una domanda giudiziale
  • ne viene fatta menzione già nel contratto bancario

In altre parole, la banca deve sempre comunicare in anticipo al suo cliente la possibilità che gli interessi vengano capitalizzati; in più, la stessa capitalizzazione può avvenire soltanto dopo sei mesi e a seguito di una domanda giudiziale.

L’art. 1283 del Codice Civile, laddove applicato, scongiura perciò il rischio di usura bancaria, spesso diretta conseguenza dell’anatocismo bancario illegale – che vedremo nel paragrafo successivo. Inoltre, la normativa permette ai debitori di avere maggiore controllo sugli oneri finanziari da gestire.

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Leggi anche Anatocismo e usura bancaria, quali sono le differenze? sul nostro blog per approfondire il legame fra i due concetti

In breve, se sei titolare di un conto corrente affidato e devi gestirne i costi e gli interessi a partire dalle disponibilità della tua azienda, hai diritto di sapere in anticipo come e quanto incideranno sulle tue spese. Hai diritto, insomma, a una comunicazione trasparente che ti metta nelle condizioni di restituire il prestito secondo gli accordi, e senza rischio di insolvenza.

E quando, invece, gli interessi anatocistici sono illegali?

Per individuare gli interessi anatocistici illegali si fa riferimento sempre all’art. 1283 del Codice Civile, che di fatto definisce per esclusione la lista di interessi composti – ovvero capitalizzati – considerati illeciti.

In breve, ogni volta che la banca capitalizza gli interessi di un fido bancario, producendo di conseguenza interessi anatocistici, commette un illecito.

E, per assurdo, si tratta persino di una situazione diffusa. Nonostante la chiarezza della normativa, infatti, le banche continuano ad agire indisturbate, applicando di norma la capitalizzazione periodica degli interessi – in genere su base trimestrale. Secondo le stime di ADifesa, la nostra associazione, il 75% dei conti correnti affidati è a rischio anatocismo.

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Sei a rischio anatocismo bancario? Scopri sul nostro blog i 5 indizi che ti aiutano a scoprirlo

Ma cosa succede, esattamente, ai conti correnti con fido bancario interessati da anatocismo? La dinamica che porta all’applicazione di interessi anatocistici è semplice ma di difficile individuazione, almeno per chi non è un professionista del settore.

Tutto ruota attorno alla commissione onnicomprensiva sull’affidamento, che viene calcolata ogni tre mesi in base alla somma messa a disposizione dalla banca. Questo calcolo trimestrale permette alle banche di giocare sulla capitalizzazione periodica degli oneri finanziari.

Scoprirlo però – o meglio, dimostrarlo – richiede il ricorso a un’indagine approfondita: una perizia tecnica portata avanti da esperti di diritto bancario e matematica finanziaria, come quelli che puoi trovare in ADifesa.

Cosa fare se la banca chiede interessi anatocistici

Se hai il sospetto che la tua banca ti stia chiedendo – o ti abbia chiesto negli ultimi dieci anni – interessi anatocistici illegali, hai il diritto di chiedere alla banca la restituzione degli interessi pagati in eccesso.

Puoi accedere al rimborso con il supporto di un professionista, o una squadra di professionisti, come ADifesa.

ADifesa è un’Associazione Consumatori specializzata nella tutela di chi ha debiti con le banche, e ti assiste sin dall’inizio nel percorso che ti porterà al recupero degli interessi che ti spetta.

Il primo passo per ottenere giustizia è chiedere una verifica di:

  • contratto con la banca
  • estratti conto scalari

In particolare, è importante far analizzare la sezione Competenze degli estratti conto, che riporta il conteggio di tutte le spese legate alla gestione del conto corrente.

La documentazione bancaria è in genere già nelle tue mani, se sei titolare di un conto corrente affidato per la tua impresa. Ma nel caso in cui non dovessi averla, puoi comunque recuperarla facendo richiesta formale alla banca – o chiedendo ai nostri consulenti di farlo al posto tuo.

ADifesa dunque ti offre aiuto, consulenza e assistenza in ogni fase. La nostra associazione infatti:

  1. richiede per te i documenti necessari
  2. verifica la presenza di anatocismo
  3. redige una perizia tecnica
  4. avvia l’iter di ricorso contro la banca

Il tutto al costo della quota associativa di iscrizione, a cui va aggiunto un contributo in misura percentuale da versare soltanto dopo aver ottenuto il rimborso degli interessi.

Lascia un messaggio qui sotto, e fatti ricontattare da un nostro consulente! Riceverai una nostra risposta in meno di 48 ore.

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