Se hai estinto in anticipo la tua cessione del quinto, non ti fare fregare!
Scopri qui quali sono tutti i costi rimborsabili previsti dalla legge italiana.
Crescono in Italia le richieste per le cessioni del quinto, e con esse anche le pratiche di reclamo e ricorso. Sì, perché negli ultimi anni è cambiato il rapporto tra le banche e i consumatori, che oggi non guardano più con diffidenza ai ricorsi bancari.
Ottenere giustizia di fronte a una irregolarità commessa da una banca è diventato oggi prioritario, e i consumatori non temono più di ritrovarsi impelagati in iter lunghissimi. Piuttosto agiscono, con l’aiuto di realtà come l’ABF – o come la nostra – riuscendo sempre a far valere i propri diritti.
Purtroppo però poco ancora si sa di certi meccanismi.
Gli utenti che ogni giorno si rivolgono ad ADifesa non sempre sono al corrente di tutte le opportunità legate a un ricorso bancario.
Non sanno, per esempio, se e come il loro contratto risulta irregolare e a quanto potrebbe ammontare un eventuale rimborso da parte della banca, nel caso di un’estinzione anticipata della cessione del quinto.
In questo articolo, ADifesa vuole parlarti proprio di cessione del quinto, e in particolare dei costi rimborsabili. Ogni contratto di finanziamento prevede, infatti, una lista di costi accessori che si aggiungono all’importo che hai chiesto in prestito.
È tra questi costi accessori che si “nasconde” il tuo rimborso per l’estinzione anticipata della cessione del quinto.
Cerchiamo però ora di capire nel dettaglio di cosa stiamo parlando.
Quali sono i costi di una cessione del quinto?
Nel paragrafo precedente abbiamo menzionato i costi accessori. Dunque, le spese extra, tutte quelle cose che non rientrano nel TAN.
Saprai già che ogni prestito mostra una percentuale TAN e una percentuale TAEG, due parametri indicati spesso genericamente come tassi di interesse.
In realtà, mentre il TAN include soltanto gli interessi da pagare alla banca – e quindi il costo vero e proprio del finanziamento –, il TAEG include tutte le spese complessive.
Di quali spese parliamo?
Ogni prestito comporta per esempio il pagamento di commissioni bancarie, che possono essere di varia natura. Ci sono quelle dovute come corrispettivo, ovvero il costo che l’istituto bancario impone per la sola erogazione del prestito (e quindi un costo che rientra nel TAN), ma anche quelle che coprono le spese che affronta la banca (costi di apertura della pratica, costi di gestione e svolgimento dell’istruttoria, etc.).
Oltre alle commissioni bancarie, vanno citati anche i costi di intermediazione. In genere infatti è un agente intermediario che si fa carico di gestire il rapporto tra banca e consumatore. L’agente intermediario fa stipulare il contratto, offre assistenza e supporto per tutta la durata del finanziamento, e per questo rappresenta un costo in più. Costo che viene coperto dal consumatore.
Infine, ci sono le spese legate alle polizze assicurative. Polizze vita e/o polizze di impiego, che tutelano chi ha firmato il contratto da un possibile imprevisto come la perdita del lavoro o qualcosa di più grave che incide sulla sua salute. In quel caso, dunque, se il soggetto firmatario si ritrova nell’impossibilità di pagare il suo debito la polizza assicurativa garantirà per lui.
In estrema sintesi, i costi accessori sono di tre tipologie differenti.
Ma non tutti sono rimborsabili!
Bisogna infatti fare una ulteriore distinzione, che vediamo qui sotto.
Costi anticipati e costi ricorrenti
I costi extra di un contratto di cessione del quinto possono essere costi up-front o recurring, ovvero anticipati oppure ricorrenti.
I costi up-front sono quelli iniziali; sono per esempio i costi che coprono le spese necessarie per l’apertura della pratica e la gestione della stessa, ma anche quelle relative all’agente intermediario che già da subito si mobilita per il prestito. Sono costi che vengono pagati in anticipo in quanto spese inevitabili, affrontate subito dalla banca nel momento in cui concede il finanziamento.
I costi recurring sono invece quelli ricorrenti, ossia che interessano tutto il periodo del finanziamento e che coprono le spese che “ritornano” periodicamente. È il caso per esempio delle commissioni su ogni rata (la spesa che la banca affronta per prelevate la rata mensile dal conto), o del costo della polizza vita che va pagata mese dopo mese oppure anno dopo anno.
Anche se parliamo di costi periodici, queste spese – che come abbiamo detto vengono tutte incluse nella percentuale di TAEG – incidono sull’importo finale, ovvero rientrano già dal principio nella quota totale che l’istituto bancario ti chiede nel contratto, la stessa che paghi tramite rate mensili.
In altre parole, la rata che paghi ogni mese include sia i costi up-front che quelli recurring. Ma cosa succede quando estingui in anticipo la cessione del quinto e dunque accorci la durata del finanziamento?
Succede che diminuisci in automatico i costi recurring, ma finisci per pagarli lo stesso perché fanno parte dell’unica rata finale con cui hai estinto il debito.
Ed è proprio questo meccanismo che ti dà diritto al rimborso.
I costi rimborsabili di una cessione del quinto
Per capire meglio la dinamica, facciamo un esempio.
Hai stipulato una cessione del quinto da pagare per dieci anni consecutivi. La tua cessione è coperta da una polizza assicurativa che ha – ovviamente anch’essa – una durata di dieci anni.
Nel momento in cui estingui il tuo debito in anticipo, per esempio cinque anni prima della fine prevista dal contratto, paghi la cifra restante in un’unica soluzione che però include i costi della polizza di dieci anni, nonostante tu ne abbia usufruito solo per cinque.
In altre parole, paghi in eccedenza una polizza che non ti serve più. Ma l’istituto bancario non te lo fa presente, e a meno di un controllo o di perizie specifiche – come quelle ogni giorno portiamo avanti qui in ADifesa – non avrai modo di accorgertene in autonomia, e perderai soldi che non avresti dovuto invece spendere.
Lo stesso discorso vale per le commissioni bancarie legate all’incasso della rata. Quella cifra viene calcolata sulla base del numero di rate stabilita nel contratto. Ma quando estingui in anticipo la cessione, il numero di rate si riduce e pagherai nella rata finale commissioni che non ti spettano.
Senza dimenticare che anche il rapporto con il tuo agente intermediario si riduce. Mentre per contratto hai la possibilità di usufruirne per dieci anni (sempre secondo l’esempio che abbiamo appena riportato), con l’estinzione anticipata pagherai anche per gli anni in cui non avrai più bisogno del suo supporto.
Ricapitolando, dunque, i costi della cessione del quinto per cui hai diritto al rimborso dopo un’estinzione anticipata sono questi tre:
- commissioni bancarie per l’incasso della rata;
- costi di intermediazione relative al periodo successivo all’estinzione;
- spese di assicurazione per la polizza vita o d’impiego.
Parliamo di cifre importanti.
Basta dare un’occhiata alla nostra lista di Casi reali per farti un’idea. In ambito cessione del quinto, alcuni rimborsi arrivano a circa diecimila euro dopo ogni reclamo.
È difficile stabilire a priori l’entità del rimborso che è possibile ottenere.
Per questo ci sono i nostri esperti, che ogni giorno prendono in carico decine di contratti per analizzarli e individuare le cifre che sono state pagate in eccedenza.
Se hai estinto una cessione del quinto in anticipo, anche tu avrai diritto alla restituzione dei costi recurring e per scoprirlo ti basta farci avere tutta la documentazione relativa al tuo prestito.
Per saperne di più, puoi contattarci direttamente per telefono, al numero 039 – 9155841, oppure via email su info@adifesa.it.
Un nostro consulente sarà subito pronto a darti una mano.
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