- 21 Dicembre 2020
- Posted by: staff
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Una carta revolving per togliersi qualche sfizio. Questo aveva pensato Edda, la protagonista di questa storia. Ce l’ha raccontata proprio lei, il giorno in cui è venuta a trovarci nella sede di ADifesa.
Sessanta anni, in pensione da qualche tempo, con due nipotini meravigliosi da viziare e coccolare nel tempo libero. Soprattutto per loro lo aveva fatto: «Il sogno di ogni nonna è coprire di regali i nipoti, non è così?». E come darle torto?
L’agenzia di credito che aveva scelto aveva il nome famoso di cui si sente parlare spesso. Voleva rivolgersi a qualcuno di fiducia, un’agenzia con una bella reputazione. «Ci sono andata da sola, senza dire niente a nessuno. Nemmeno mia figlia lo sapeva! Io so cavarmela»
Sapeva cavarsela sì. Quando Gloria, la nostra consulente, ha letto tutta la documentazione che Edda ci aveva portato, al riguardo non ha avuto dubbi. Il contratto di Edda era uno di quelli perfettamente gestibili.
Un contratto di credito revolving impeccabile… o quasi.
Una linea di credito di 1.500€ e una rata di 50,00€ mensili. La soluzione che Edda aveva scelto per lei, con il consiglio dell’agenzia a cui si era affidata, era facile facile.
Rientrava tutta nelle sue possibilità, aveva fatto bene i conti. Con la pensione non avrebbe avuto problemi a pagare le rate, dopotutto. E il credito che si era fatta prestare? Una cifra modesta – gestibile – per concedersi qualche acquisto in più.
Edda voleva cavarsela da sola, e le era riuscito benissimo. Il suo contratto di credito revolving, firmato nel 2015, risultava impeccabile. O quasi.
«Mi sono accorta che le cose non andavano bene intorno alla fine del 2018», ci ha confidato. «Le rate le pagavo tutte, puntuale come sempre. Ma il debito cresceva». Si era fatta prendere dall’ansia. L’idea di ritrovarsi travolta dai debiti alla sua età, dopo una vita passata a spendere con intelligenza e parsimonia, la turbava e non poco. «Quindi ho chiesto aiuto ad un’amica».
Una confidenza pronunciata a tavola davanti ad una tazzina di caffè. Una confidenza pronunciata e subito accolta, perché la storia di Edda è anche la storia di moltissime altre persone. Dopotutto, le carte revolving continuano ad essere la soluzione di finanziamento preferita dagli italiani, nonostante i rischi che esse comportano.
Edda scopriva così che anche la sua amica aveva vissuto la stessa identica situazione. E che forse un modo per risolvere c’era, e non era di certo quello che si aspettava. «Mi ha scritto il vostro numero di telefono su un pezzo di carta. Ho chiamato, ed eccomi qui. Davvero è possibile ottenere un rimborso sulle carte revolving?»
La risposta è arrivata veloce: SÌ. Assolutamente sì.
Il metodo ADifesa per le carte revolving
Nell’ottobre 2019, Edda si presentava nel nostro ufficio con i documenti di cui era in possesso: il contratto della carta revolving e l’estratto conto. A chi l’aveva accolta nella sede della nostra associazione aveva detto: «Mi fido di voi». Era tornata a casa piena di speranza. Il nostro team di professionisti esperti era invece già a lavoro.
Cosa non andava nel contratto di Edda?
A dare subito nell’occhio, la percentuale di TAN e TAEG. Come puoi leggere nell’immagine qui sotto, le percentuali sono vertiginose: TAN al 16,92%, TAEG addirittura al 20,72%. Tassi di interesse ai limiti dell’usura.
Il problema delle carte revolving sta proprio lì: rispetto a tutti gli altri prodotti finanziari (come il prestito personale o la cessione del quinto, ad esempio), il credito revolving ha i tassi di interesse più alti. E sebbene esista una soglia percentuale oltre cui non è possibile andare perché si rischia di sfociare nell’usura, con le carte di credito revolving si rimane sempre sulla linea di confine tra legalità e illecito.
Vuoi saperne di più sui tassi di interesse usurai delle carte revolving? Leggi qui: Carte revolving con tassi usurai, un rischio da non sottovalutare.
Anche perché ci sono altri costi da tenere in considerazione, e sono quelli che quasi mai trovi scritti a chiare lettere nel contratto. Sono i costi extra, le commissioni bancarie e finanziarie, tutte cose che si sommano al tasso finale e che contribuiscono a gonfiare gli importi dovuti.
Edda continuava a pagare, eppure il debito s’ingigantiva, la possibilità di estinguerlo completamente appariva sempre più lontana. Ed era un meccanismo inspiegabile, perché i numeri riportati nei documenti parlavano di un piano di ammortamento più o meno gestibile, mentre la realtà dei fatti faceva emergere altro.
Quindi abbiamo fatto bene i calcoli. E scopriamo così che, tra tassi di interesse elevatissimi e spese aggiuntive, ad Edda sarebbe toccato un rimborso di 2.500€. È quello che scriviamo nella lettera di reclamo all’agenzia di credito. E non solo 2.500€ di rimborso: in aggiunta, un ricalcolo dei tassi di interesse sulle rate future.
La risposta al reclamo ci arriva in meno di un mese. E guarda tu stesso in questa foto: il nostro metodo si è rivelato un successo ancora una volta.
Affidati a noi come Edda e ricevi subito il tuo rimborso
Quando lo abbiamo raccontato ad Edda, al telefono nel gennaio 2020, era così incredula che si percepiva dalla voce. «Non ci speravo nemmeno», così aveva esordito. E poi un sacco di ringraziamenti a tutto il team di ADifesa che l’aveva aiutata.
La storia di Edda è più comune di quanto immagini. Ogni giorno, tantissimi utenti ci scrivono, ci chiamano, e sono tutte persone prese dallo sconforto per un credito revolving che chiede più di quello che è possibile dare.
E noi li abbiamo sempre aiutati: con le nostre perizie approfondite, con un calcolo dettagliato di spese e tassi che mostri nero su bianco il comportamento scorretto di tante banche e agenzie. Lo stesso può succedere a te.
Se anche tu stai lottando contro le rate di rimborso di una carta revolving impossibile, faccelo sapere al volo tramite il modulo presente nella sezione Contatti. Ci metteremo subito in contatto con te, e ti aiuteremo a trovare la soluzione migliore nel più breve tempo possibile.
Ti aspettiamo.