Quando si parla di credito revolving, le carte di credito sono tra le prime cose a cui si pensa. Ma il credito rotativo è molto di più! Scoprilo ora su ADifesa.
La parola revolving arriva dritta dritta dall’inglese.
La si può tradurre con l’italiano «rotativo», che descrive alla perfezione il movimento del denaro in questa tipologia di prestito.
Il credito revolving è infatti un prodotto finanziario dinamico grazie al quale aziende e privati possono accedere ai fondi in modo flessibile.
In altre parole, con il credito revolving puoi ottenere una linea di credito rinnovabile, su un conto corrente affidato o su una carta di credito revolving.
I finanziamenti revolving possono essere gestiti in libertà, secondo le tue personali esigenze. Ma, dietro questo livello di flessibilità – che ti dà in mano i soldi soltanto quando ti servono – si nasconde un grosso rischio: e cioè quello di un debito senza fine.
In questa guida di ADifesa, esploreremo insieme il significato, il funzionamento e le sfide del credito revolving.
Come funziona il credito revolving?
Per capire i rischi del credito revolving, dobbiamo iniziare dal suo meccanismo di funzionamento. Come funzionano i prestiti revolving?
Per definizione, il credito revolving è un credito rotativo (o a uso rotativo). Consiste in un importo di denaro concesso in prestito dalla banca, a patto che le rate siano pagate con puntualità.
L’importo viene già stabilito in fase iniziale, e cioè al momento della firma del contratto. Viene definito importo plafond del credito revolving, ovvero la somma massima oltre il quale si può andare.
Facciamo un esempio?
Se hai a disposizione un plafond di mille euro mensili, puoi spendere al massimo mille euro al mese. Non un euro di più.
Per il resto hai totale libertà di gestione.
Puoi usare i soldi del prestito a poco a poco; puoi usarli tutti insieme. Puoi fare come preferisci, e in base alle tue esigenze.
Il credito revolving, in ogni caso, si rigenera.
È questa la sua caratteristica predominante. Ogni volta che paghi la tua rata di rimborso periodica, l’importo del prestito torna ai livelli precedenti.
Purtroppo lo stesso possiamo dire dei tuoi debiti.
Anche i tuoi debiti si rigenerano. Il credito revolving infatti va restituito con rate fisse. Ciò significa che, se hai usato tutti i soldi del plafond, la sola rata non coprirà mai l’intero debito.
Su questo punto torneremo dopo.
Adesso concentriamoci sulle diverse opzioni di credito revolving. Soluzioni adatte sia ai privati che alle aziende che, seppur vantaggiose, nascondono diverse insidie.
Quali sono le diverse tipologie di credito revolving?
Trattandosi di uno strumento finanziario versatile, adatto sia alle aziende che ai privati, il credito revolving si articola in diverse forme per adattarsi alle esigenze di ogni cliente di banca.
Parliamo di affidamento revolving e di carta di credito revolving. Vediamoli insieme qui sotto.
L’affidamento revolving
Una forma comune di credito revolving è l’affidamento bancario, conosciuto anche come conto corrente affidato. Si tratta di una tipologia di finanziamento offerta alle aziende.
Il campo di azione, dunque, è quello imprenditoriale. Le PMI italiane, infatti, per finanziare la propria crescita devono quasi sempre ricorrere a una linea di credito bancaria.
La linea di credito per imprese rientra a pieno titolo nel credito revolving. In questo caso, la banca dà alle aziende un importo da utilizzare per affrontare costi di gestione e sviluppo.
L’azienda, a sua volta, può decidere di restituire l’importo in un’unica soluzione oppure versare rate periodiche – mensili, trimestrali o semestrali. L’importo plafond si ripristinerà una volta pagata la rata.
Per le aziende, dunque – soprattutto se piccole, magari anche a conduzione familiare – l’affidamento bancario rappresenta una fonte di finanziamento molto vantaggiosa.
Con una linea di credito sul conto, infatti, le aziende possono accedere liquidità extra in tempi brevi. Questo le aiuta a pianificare con cura il loro successo.
Purtroppo, nemmeno l’affidamento revolving è privo di insidie.
Considera che il 75% dei conti correnti affidati è a rischio anatocismo. L’anatocismo bancario, o capitalizzazione degli interessi passivi, è un enorme problema per le aziende. Ma ne parleremo meglio dopo.
Le carte di credito revolving
Le carte di credito revolving sono una forma di credito rotativo pensato per i privati.
Parliamo carte di pagamento vere e proprie, che consentono ai titolari di fare acquisti o prelevare denaro – sempre nei limiti dell’importo plafond. Il debito viene poi rimborsato a poco a poco, secondo il meccanismo che abbiamo già spiegato.
In sintesi, le carte revolving funzionano così:
- stabilisci con la banca il plafond della carta (es. 5mila euro)
- fissi l’importo delle rate mensili (es. 200 euro al mese)
- ricevi i soldi dalla banca ogni volta che versi una rata
Proviamo a spiegarlo meglio con un esempio.
Supponiamo: nell’arco di un mese hai speso 500 euro con la tua carta di credito revolving. A fine mese, l’importo sulla carta non sarà più – ovviamente – 5mila euro, ma 4.500 euro.
Versando la rata mensile di 200 euro, il credito a disposizione non crescerà soltanto di 200 euro (arrivando quindi a 4.700 euro). Tornerò invece al plafond iniziale, ovvero 5mila euro.
Ora, questo meccanismo offre ai consumatori una gestione agile delle spese quotidiane, eppure richiede molta attenzione: con la carta revolving si rimane spesso incastrati in un accumulo eccessivo di debiti.
Tra i rischi principali delle carte revolving ci sono i tassi di interesse usurari. Il credito a uso rotativo per privati è infatti ben lontano dai tassi agevolati per le imprese.
Al contrario, parliamo del prodotto finanziario con il tasso di interesse più alto che, se paragonato ad altri tipi credito a consumo, si avvicina al loro tasso soglia usura.
Facciamo un confronto, per capire meglio.
In questo periodo il tasso soglia usura di una cessione del quinto è pari a circa il 20%. Per una carta di credito revolving, il TAEG di partenza è 18,25%.
Sono valori percentuali alti, insostenibili per le famiglie italiane. In poco tempo, chi ottiene una carta di credito revolving avrà preoccupazioni ben più grandi delle spese quotidiane. Per loro il debito da gestire sarà enorme.
Senza contare che le banche spesso “gonfiano” gli interessi, aggiungendo spese extra non segnalate che sfociano poi in tassi di interesse usurari senza che tu te ne renda conto.
Come gestire i rischi del credito revolving?
Come avrai intuito, i rischi del credito revolving sono due: l’anatocismo e l’usura bancaria.
Anatocismo e usura bancaria sono due forme di illecito separate e distinte, eppure hanno una matrice in comune: la poca trasparenza degli istituti bancari riguardo il calcolo degli interessi.
Dunque, se hai scelto il credito rotativo nella forma di un affidamento bancario, potresti ritrovarti vittima di interessi anatocistici – e cioè interessi trasformati in capitale di prestito che fanno da base per il calcolo di ulteriori interessi passivi.
Se, invece, hai nelle mani una carta di credito revolving, oltre alle difficoltà di gestione del debito, dovrai fare i conti con tutta una serie di interessi nascosti che spingono il tuo prestito revolving verso l’usura.
Qual è la soluzione?
La soluzione è affidarsi a chi può tirarti fuori da questa trappola. Qualcuno come l’Associazione ADifesa che da anni lavora al fianco di chi è costretto a subire i comportamenti scorretti della banca.
ADifesa opera dal 2017 e, finora, ha dato una mano migliaia debitori in difficoltà aiutandoli a ottenere il rimborso totale degli interessi pagati in eccesso.
Importi a 4-5 cifre, fino a decine di migliaia di euro, che hanno dato una svolta a una situazione finanziaria purtroppo precaria.
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