Cattivi pagatori e pagatori in sofferenza: quali sono le differenze?
Tra le condizioni di cattivo pagatore e pagatore in sofferenza esistono differenze sostanziali. Questo articolo di ADifesa ti spiega quali.
La restituzione di un prestito bancario è un impegno a cui non ci si può sottrarre.
Che si tratti di una revolving o un prestito personale, poco cambia. La firma sul contratto corrisponde all’assunzione di un obbligo. E una volta ottenuti i soldi, dall’obbligo non si sfugge più.
Sappiamo bene però che i fatti della vita però seguono altre logiche.
Una spesa improvvisa e inevitabile, per esempio, può compromettere la situazione finanziaria di una famiglia. E lo stesso succede quando si perde il lavoro, e in tante altre occasioni difficili da prevedere, che possono però rappresentare un ostacolo enorme per chi deve affrontare dei debiti.
Ritrovarsi inadempienti nei confronti di una banca che vuole indietro i suoi soldi non è poi una situazione così rara o estrema. Anzi, forse ora più che prima – visti i tempi incerti che stiamo vivendo – succede persino con una certa frequenza.
E quello che succede a chi non paga le rate dei prestiti, non è un mistero. I crediti insoluti hanno come conseguenza l’iscrizione nelle Centrali Rischi, e quindi pregiudicano la reputazione creditizia dei debitori.
Ma l’esito di una segnalazione in Centrale Rischi non è uguale per tutti.
I Sistemi di Informazione Creditizia (i SIC)– come EURISC che è gestito da CRIF – assegnano un punteggio creditizio in base alla gravità dell’inadempienza. In quest’ottica è possibile fare una distinzione tra:
- cattivi pagatori
- pagatori in sofferenza
che sottintendono due diversi tipi di segnalazione. Se hai avuto difficoltà a restituire un prestito bancario e non sai a che tipo di segnalazione vai incontro, questo articolo fa al caso tuo.
Differenze concrete tra cattivi pagatori e pagatori in sofferenza
In breve, potremmo affermare che tra cattivi pagatori e pagatori in sofferenza le differenze principali riguardano:
- i presupposti alla base della segnalazione;
- le conseguenze della segnalazione;
- le tempistiche di conservazione nei SIC.
Si tratta però di “etichette”, se così vogliamo definirle, che non indicano posizioni creditizie particolarmente distanti.
La sofferenza bancaria è – in un certo senso – l’evoluzione della condizione da cattivo pagatore. Ciò vuol dire un debitore che è stato registrato nei Sistemi di Informazione Creditizia come pagatore in sofferenza, sarà anche etichettato come cattivo pagatore.
Vediamo però, nello specifico, come queste due segnalazioni si distinguono l’una dall’altra.
La segnalazione come cattivo pagatore
La segnalazione come cattivo pagatore è quella a cui è più facile incorrere. Si intende come cattivo pagatore un debitore che ha pagato in ritardo – o non ha pagato proprio – una o più rate di prestito.
La risposta delle banche di fronte a una rata non restituita non si fa attendere. Il versamento delle rate deve infatti avvenire secondo scadenze puntuali e per questo, al minimo segno di ritardo, l’istituto bancario a cui ti sei rivolto si mette subito in allerta.
Ne consegue intanto – e per la maggior parte dei casi – un avviso di pagamento via raccomandata. Lo step successivo sarà poi una segnalazione in Centrale Rischi che, a quel punto, ti registrerà nelle sue banche dati come un cattivo pagatore.
La condizione di cattivo pagatore comporta – com’è ovvio – non poche conseguenze.
Si tratta dopotutto di una reputazione creditizia compromessa, il che vuol dire poca affidabilità agli occhi degli istituti bancari che concedono crediti ai propri i clienti.
Considera che, una volta registrata la tua posizione nei Sistemi di Informazione Creditizia, questa sarà disponibile a tutte le banche. Perciò, nel momento cui ti ritroverai a doverci avere a che fare sarà molto difficile aprire un dialogo.
In poche parole, le conseguenze di una segnalazione come cattivo pagatore ti impediscono di aprire un nuovo conto, ottenere una carta di credito, accedere a un nuovo prestito, e così via. Una situazione complicata da gestire specie se, per risolvere i tuoi debiti, hai bisogno proprio di quella liquidità extra che la banca non ti vuole concedere.
Per quanto riguarda le tempistiche di conservazione delle segnalazioni come cattivi pagatori, queste cambiano in base al numero di rate mensili non pagate. In particolare:
- una o due rate mensili in ritardo comportano una segnalazione conservata per dodici mesi dalla regolarizzazione;
- tre o più rate mensili non pagate hanno come conseguenza una segnalazione che dura per ventiquattro mesi dalla regolarizzazione.
Tali tempistiche sono indicate nel Codice Deontologico per i Sistemi di Informazione Creditizia stabilito dal Garante della Privacy.
Vuoi approfondire la questione? Leggi sul nostro blog
➝ Segnalazione cattivo pagatore, cosa significa?
La segnalazione come pagatore in sofferenza
La segnalazione come pagatore in sofferenza è una situazione certamente più delicata.
La sofferenza bancaria indica infatti uno stato di insolvenza grave, ovvero una condizione economica e finanziaria che rende impossibile la restituzione del prestito. Il pagatore in sofferenza è quindi un debitore che non potrà mai pagare il debito perché la sua situazione economica – personale o famigliare – è tanto compromessa da non consentirglielo.
Parliamo di una segnalazione particolare, innanzitutto perché – come già accennato prima – la si potrebbe considerare una forma più grave della segnalazione come cattivo pagatore. In altre parole, il pagatore in sofferenza è anche un cattivo pagatore, ma la sua posizione creditizia è ancora più seria.
In più, in questo caso, il mancato pagamento delle rate mensili non è sufficiente legittimare una segnalazione per sofferenza. Anzi, la giurisprudenza italiana più volte si è pronunciata per chiarire quali devono essere i presupposti alla base di una segnalazione di questo tipo.
Il punto della questione è l’effetto che la segnalazione come pagatore in sofferenza ha sulla reputazione creditizia. Se è vero che i cattivi pagatori vengono riconosciuti dalle banche come debitori inaffidabili, nel caso dei pagatori in sofferenza la loro posizione agli occhi delle banche è ancora più grave.
Un pagatore in sofferenza viene considerato come qualcuno che non è più in grado di gestire alcun debito.
Non a caso, la segnalazione come pagatore in sofferenza richiede un accertamento molto approfondito. Insomma, non basta verificare un ritardo nel versamento delle rate: serve una perizia specifica che dimostri lo stato d’insolvenza totale in cui verte il soggetto in questione.
Pertanto per parlare di sofferenza bancaria è necessario un portare avanti un lungo iter, che impegnerà la banca – o meglio il perito da essa nominato – in lunghe indagini approfondite.
Ovviamente, alla luce di quanto detto, è chiaro che le conseguenze di una segnalazione per sofferenza bancaria saranno di certo molto più invasive.
Un pagatore in sofferenza potrebbe essere sottoposto a un’esecuzione forzata ai danni del suo patrimonio, già a partire dal credito che ha ricevuto dalla banca. Uscire dalla condizione di pagatore in sofferenza è – anche per questo motivo – molto complicato.
Inoltre, anche la durata delle segnalazioni per sofferenza bancaria è difficile da gestire. Le informazioni relative al debitore in caso di sofferenza rimangono conservate per trentasei mesi a partire dalla scadenza del contratto di prestito. Parliamo di tempi molto lunghi, e a cui è difficile sfuggire.
Per sapere di più sull’argomento, sfoglia l’archivio ADifesa su
➝ Sofferenza bancaria
Con ADifesa puoi ripulire la tua reputazione creditizia
L’Associazione ADifesa offre supporto ai debitori che sono stati segnalati come cattivi pagatori nelle Centrali Rischi.
La legge italiana impedisce la rimozione di una segnalazione, ma nel caso di segnalazione illegittima è possibile procedere a una cancellazione anticipata che può la propria posizione creditizia.
Se hai avuto problemi a pagare le tue rate mensili, quasi certamente anche il tuo nome è stato registrato nelle Centrali Rischi. Ma sei sicuro che si tratti di una segnalazione legittima?
Grazie al Metodo ADifesa, colladauto dal nostro team di esperti, potrai accedere una perizia sulla tua segnalazione e ottenere nel giro di poco tempo la cancellazione totale dai Sistemi di Informazione Creditizia.
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